giovedì 20 dicembre 2007

Chris Weitz questa volta ha perso la Bussola

Tratto dall’omonimo romanzo di Philip Pullman, La bussola d’oro si differenzia molto da altri romanzi per ragazzi come Harry Potter. Decisamente più complesso e psicologicamente più aggressivo. Il mondo creato da Pullman è simile alla Terra dell’’800 nella quale, però, troviamo differenti situazioni scientifico-tecnologiche bizzarre. Qui ogni essere umano non è solo ma ha accanto a sé un daimon, una sorta di coscienza viva che si mostra sotto forma di animale a seconda della personalità di ciascuno. Nei bambini il daimon è in continua mutazione, mentre si stabilizza nell’età adulta. Uno di questi bambini è Lyra, una ragazzina orfana che scopre di essere l’unica sulla Terra a leggere la Bussola d’oro, un aletiometro capace, se letto attentamente, di mostrare la verità al suo possessore. Comincerà così il lungo viaggio di Lyra verso il nord alla ricerca dei suoi amici scomparsi, catturati da figure oscure che rapiscono i bambini per farne degli esperimenti.

Il film mostra subito un prologo necessario a introdurre situazioni e personaggi, il regista Chris Weitz si impegna principalmente nell'impiego degli effetti speciali, tralasciando in parte l'approfondimento dei personaggi, che comunque colorano la storia e le danno vita. Doveroso un accenno a Nicole Kidman, tanto bella quanto brava nel nascondere la sua meschinità e cattiveria nei panni della demoniaca Mrs. Coulter.

Il film non annoia, anzi cattura dall’inizio alla fine, ma non bastano streghe volanti o orsi parlanti per appassionarci. Serve la giusta atmosfera nei momenti più importanti del film, i segreti svelati scivolano via senza colpirci più di tanto e i colpi di scena latitano. Detto questo, la pellicola pare ben costruita, effetti speciali stupendi e scenografie fantasy quasi reali. Appuntamento al secondo film della trilogia, Natale 2008.

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